Le pietre parlano
E’ bello girovagare per Modena e leggere le storie che ci raccontano monumenti o semplici case o anche targhe sui muri. Per chi è appassionato di architettura “le pietre parlano”
Oggi parliamo del Duomo di Modena, patrimonio mondiale dell’umanità ma soprattutto nel cuore di ogni Modenese credente o non. Nel Duomo in una delle colonne centrali della navata c’è un sedile di legno pieghevole chiuso con una vecchia serratura: è la sedia del boia. Un tempo fare il boia non era certo un mestiere apprezzato dalla società e quindi, il Comune, oltre allo stipendio elargiva anche dei “fringe benefit aziendali”, il più importante dei quali era un posto riservato alla messa in Duomo, privilegio tipico delle classi nobiliari e della ricca borghesia.
La cosa strana, però, è che la sedia era rivolta verso il pubblico e non verso l’altare. In pratica il boia si sedeva e guardava la gente anziché il vescovo. Perché?
Lo scopo della sedia non era solo quello di premiare il boia, ma anche quello di essere di monito ai cittadini/fedeli. Questi, infatti, durante le celebrazioni vedevano in faccia solo due persone: il Vescovo e il boia. Il messaggio era molto chiaro: “o fate come dice il Vescovo o finite dal boia”. La punizione per chi non osservava i precetti cattolici, non era dunque solo ultraterrena…
La sedia, però, era posizionata circa a meta navata in modo che i primi banchi non la vedessero. Erano i banchi riservati ai nobili più in vista ed ai cittadini ricchi.
Una colonna di pietra ed un pezzo di legno ci hanno raccontato una storia di tanti anni fa – per molti aspetti è ancora attuale – che torna a rivivere ogni volta che la guardiamo. Le pietre parlano.